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Fase 2: la rabbia dei commercianti. Fateci riaprire o non ce la faremo!

  • Immagine del redattore: D.G. Express
    D.G. Express
  • 29 apr 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Parrucchieri, estetisti, ristoratori, baristi e non solo. Sono le categorie che per il momento dovranno restare chiusi. Per loro la riapertura è prevista il 2 Giugno. Critiche e rabbia non si sono fatti attendere. E come dargli torto? Quello che questi commercianti dovranno affrontare, è un altro mese di stop senza liquidità sufficiente a coprire le spese. Senza un reddito con il quale provvedere al proprio sostentamento. Perchè, per chi non lo sapesse, avere partita iva, significa dover coprire anche le spese dell'attività oltre che quelle personali. Chi ha un negozio, deve pagare affitto, bollette, spese ordinarie, oltre a quelle di casa. E per chi ha i dipendenti la situazione è ancora più drastica. Insomma, un momento davvero complicato, che ha portato ad una miriade di proteste in tutta Italia. "Fateci riaprire!" è il motto.

E mentre l'opinione popolare si divide, tra quelli che dicono di tenere tutto chiuso, per paura di finire come la Germania, la quale si è rivista un nuovo picco di contagi, dopo una settimana di allentamento del lockdown, e quelli che invece supportano la categoria, e chiedono la riapertura.

Il Governo è stato molto chiaro. Anche ieri, Conte ha nuovamente spiegato le motivazioni, di questo allentamento a piccoli passi. "Una riapertura frettolosa potrebbe potare ad un nuovo picco di contagi fuori controllo. Non possiamo permettercelo! Ci vuole prudenza. "

La prudenza sì. Nessuno di certo, vuole ritornare alla situazione di due mesi fa. Però qualcosa per questi commercianti, bisogna pur fare. E quello che chiedono è molto semplice: Se non possiamo riaprire, allora vogliamo degli aiuti concerti. Della liquidità che ci permetta di sopravvivere. Altrimenti dovremmo chiudere definitivamente.

Inutile nasconderlo. La rabbia sta crescendo, e se il Governo non farà qualcosa di utile a sostegno delle imprese, la situazione potrebbe solo peggiorare.

Senza contare altresì, che, i costi da sostenere per gli imprenditori italiani (e non si parla solo dei commercianti) per la sanificazione dei locali e le procedure da seguire, sono tutti a carico loro (e nostro), e ancora non è chiaro se saranno presenti degli incentivi o un rimborso, per le spese sostenute.

Anche noi come azienda, infatti, abbiamo ricevuto, tutta una serie di rigide disposizioni da seguire, per la nostra riapertura.


Vedremo cosa succederà con i prossimi sviluppi. Noi come azienda, non possiamo che sentirci vicini a tutti questi commercianti. A loro va tutto il nostro sostegno morale.


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